E' più frequente di quanto lo si voglia ammettere che ai pensionati arrivi una lettera dell'INPS che richiede indietro prestazioni pensionistiche pagate erroneamente. In questo caso si parla di indebito pensionistico.
l'Istituto va a rettificare l'errore e a richiedere la restituzione degli arretrati percepiti dal malcapitato senza averne diritto.
Il pensionato viene tuttavia tutelato dall'operato dell'INPS;grazie al principio della soluti retentio, ovvero al diritto a trattenere la prestazione pagata erroneamente e rettificata ove il pensionato abbia percepito le somme in buona fede.
L'ente erogatore può rettificare in ogni momento le pensioni per via di errori di qualsiasi natura, ma non può recuperare le somme già corrisposte, a meno che l'indebita prestazione sia frutto di dolo dell'interessato ( art. 52, comma 2, della legge n. 88 del 1986, art. 13 della legge 412/1991 e la stessa giurisprudenza della Cassazione)
Generalmente, la pensione ai superstiti (sia di reversibilità che indiretta) spetta in misura pari al 60% della pensione maturata dal defunto: se i redditi del superstite, tuttavia, sono superiori a 3 volte il trattamento minimo INPS, la Legge Dini stabilisce che la quota di prestazione erogata dovrà ridursi proporzionalmente quanto maggiore sarà il reddito.
Le soglie di riduzione percentuale fissate dalla legge Dini sono pari al 25, 40 e 50% nel caso in cui il reddito del superstite superi di tre, quattro o cinque volte il trattamento minimo INPS previsto per l'anno di riferimento moltiplicato per 13 mensilità.
L'INPS infatti verifica ogni anno l'entità dei redditi che possono incidere sull'entità dell'assegno spettante e, qualora riscontri che quelli del superstite abbiano superato il limite che consente di beneficiare della quota piena al 60%, sarà tenuto a ripetere quanto indebitamente corrisposto
Tuttavia, per salvaguardare del pensionato, la circolare INPS n. 234/1995 ha chiarito che in presenza di redditi di poco superiori al limite fissato per ogni fascia di reddito, il trattamento derivante dal cumulo dei redditi con la pensione ai superstiti ridotta non potrà comunque essere inferiore a quello che spetterebbe allo stesso soggetto qualora il reddito risultasse pari al limite massimo delle fasce immediatamente precedenti quella in cui si colloca il reddito posseduto.
Al pensionato che si vede notificare dall'INPS l'avviso denunciante l'indebito pensionistico, è consigliato di controllarne la regolarità effettuando una ricostituzione reddituale relativamente all'anno di riferimento prima di pagare.
Infatti, il pagamento dell'indebito segnalato dall'INPS comporta la tacita accettazione dello stesso e procedere ad eventuali annullamenti sarà un'ardua impresa. Per presentare un eventuale ricorso amministrativo vengono disposti 90 giorni di tempo dalla data di ricevimento della comunicazione di indebito.
Qualora i calcoli dell'INPS relativi all'indebito siano corretti, al pensionato sarà tuttavia permesso di richiedere una rateazione tramite bollettini postali o con una trattenuta mensile sulla pensione spettante.
Indirizzo: | Via Cavour, 96 Roma |
Tel. e Fax: | 06 77209844 |
Em@il: | info@pec.studiocolucci.info |
Skype: | Chiama con Skype |